di Giovanna Guiso
Da: ilMirino.it
L’adolescenza è un periodo fondamentale nella formazione dell’individuo. La transizione psicologica e neuro-biologica che caratterizza questa fase darà poi forma al cervello adulto. Durante questo periodo il cervello si modella, si definiscono le reti di connessione neurale che consentono all’individuo di acquisire competenze cognitive, emotive, relazionali e affettive, che rimarranno stabili per il resto della vita. La salute mentale è tra i capisaldi del benessere individuale.
Le malattie psichiche hanno importanti ripercussioni sul funzionamento individuale e sulla qualità di vita non solo della persona che ne è afflitta ma anche della società. Gli adolescenti sono particolarmente esposti ai fattori che possono favorire l’esordio e il mantenimento di tali patologie. Oltre ai fattori ben noti (droghe, stress, maltrattamenti e violenza, abusi), anche la tecnologia gioca un ruolo importante. Oggi, in Italia, circa 8 milioni e 200mila giovani tra i 12 e i 25 anni crescono in un mondo in cui al centro c’è la tecnologia digitale e per tale motivo sono definiti “nativi digitali”. Quasi il 95% tra 14 e 19 anni utilizza internet. 300mila giovani tra 12 e 25 anni soffrono di dipendenza da internet (dati Istat). Circa il 10% si dichiara insoddisfatto della vita, delle relazioni sociali (comprese quelle familiari) e della salute, e vivono difficoltà emotive, con prevalenza di forme depressive o ansiose. Una percentuale compresa tra l’1 e il 4% accusa problemi derivati dall’utilizzo della tecnologia. Gli adolescenti sviluppano dipendenza tre volte più degli adulti.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’utilizzo eccessivo di smartphone, gaming, internet e social network provoca effetti sullo sviluppo cerebrale. In particolare, negli adolescenti con dipendenza marcata da smartphone sono state osservate modificazioni della materia bianca (prevalentemente dei fasci di connessione cortico-subcorticali) simili, almeno in parte, a quelle riscontrate in soggetti con dipendenza da internet. Alcuni studi hanno segnalato ad esempio, un peggioramento sintomatologico nei bambini e negli adolescenti affetti da Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) e rischi elevati per soggetti con forme di autismo ad alto funzionamento (sindrome di Asperger).
L’utilizzo eccessivo degli strumenti tecnologici può portare alla perdita del contatto con la vita scolastica e di relazione, può costituire una soluzione inconsapevole alle difficoltà della vita reale, può riempire il vuoto che deriva dalle difficoltà di interagire con gli altri creando un falso equilibrio che sfocia in forti crisi nel momento in cui lo si interrompe. L’adolescente rischia così di isolarsi e di perdere una fase fondamentale della propria vita, un periodo di straordinaria ricchezza e potenzialità.
La tecnologia modifica i concetti di tempo e spazio, accelera i ritmi di vita e allo stesso tempo riduce le distanze; porta allo sviluppo di capacità cognitive differenti, implementa alcune forme di apprendimento e di memoria, alcune competenze cognitive a discapito di altre, e modo di allerta differenti. Se utilizzata prima del sonno, altera il ritmo sonno-veglia ovvero la parte della giornata più importante perché si è soli con sé stessi, si riflette e si riprendono le forze.
In altre parole, sotto l’effetto della tecnologia non si sa più come svolgere una determinata azione, ma si sa come chiedere a uno strumento di svolgerla per noi; si avverte la necessità di una maggiore flessibilità e rapidità; l’attenzione si amplifica a discapito della performance; in presenza di un device potenzialmente attivo si vive uno stato di allerta che porta a controllare il telefono più volte anche in assenza di reali segnali; occorre più tempo per completare un compito; si demanda al cellullare o a internet la conservazione di un numero sempre maggiore di informazioni (ad esempio i numeri di telefono, dove abbiamo parcheggiato, dove abbiamo lasciato le chiavi della macchina ecc…) mentre la mente crea mappe differenti che ci servono per recuperarle.
Diversi studi hanno analizzato gli effetti cognitivi dell’esposizione al gaming e hanno mostrato che i videogame migliorano l’attenzione visiva e la coordinazione, ma inducono a comportamenti impulsivi e aggressivi. La struttura di questi giochi, ideata con l’incentivo a raggiungere il livello successivo per avere il premio finale, è molto attraente per ragazzi dipendenti dalla ricompensa e dimostra che chi ha sviluppato questi giochi conosce bene gli adolescenti e la loro neurofisiologia.
«La presenza ubiquitaria della tecnologia provoca quella che potremmo definire sovrastimolazione sensoriale», spiega Claudio Mencacci, medico psichiatra, direttore Dipartimento Neuroscienze e salute mentale dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale(ASST) Fatebenefratelli – Sacco di Milano. «I ragazzi sono sempre esposti a micro-stimolazioni attraverso gli smartphone. Alert, messaggi e like tendono a creare uno stato di allerta, con conseguenze che si riscontrano sull’attenzione, sulla memoria e sui ritmi del sonno. Quasi il 90% dei ragazzi riferisce di aver sperimentato il fenomeno della ‘vibrazione fantasma’ ovvero del falso allarme di ricezione di un messaggio sul cellulare».
«La tecnologia permette enormi vantaggi sul versante dell’acquisizione delle conoscenze, specialmente di conoscenze settoriali e tecniche, mentre rischia di non aiutare nella creazione delle competenze emotive, affettive e relazionali» afferma Giovanni Migliarese medico psichiatra e psicoterapeuta, responsabile del Centro ADHD Adulti dell’ASST Fatebenefratelli – Sacco. «L’aspetto centrale dell’adolescenza, che potremmo anche definire come l’età delle scelte, è proprio quella di non lasciare irrisolte problematiche emotive, relazionali e affettive. È quindi centrale la necessità di prestare attenzione ai ragazzi che mostrano un pattern problematico di utilizzo di questi mezzi».
Mencacci e Migliarese hanno realizzato il volume “Quando tutto cambia. La salute psichica in adolescenza” edito da Pacini Editore, 247 pag., euro 18, per consentire a medici, psicologi, educatori e genitori di sviluppare maggiori competenze nei riguardi degli adolescenti, riconoscere i segnali di psicopatologia che richiedono un intervento immediato e differenziarli dalle manifestazioni tipiche del percorso di sviluppo individuale. Il volume è costituito da diverse parti, ciascuna delle quali può essere letta singolarmente: la prima è dedicata all’analisi degli aspetti neurobiologici e psicologici dello sviluppo adolescenziale fisiologico; la seconda affronta la psicopatologia dell’adolescenza; la terza riguarda il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività e la sindrome di Asperger (appartenenti alla categoria dei disturbi del neurosviluppo); la quarta affronta il trattamento di queste patologie e il ruolo della famiglia nel riconoscimento e nella loro gestione.
È un libro da leggere con attenzione per capire chi sono gli adolescenti e le loro fragilità, e aiutarli a maturare alla luce dei risultati delle più recenti scoperte scientifiche, in un periodo storico profondamente diverso da quando erano adolescenti gli adulti di oggi, agitato da profonde trasformazioni socio-antropologiche, attuate e affiancate dallo sviluppo delle tecnologie, da una sovrabbondanza di informazioni e da un eccesso di richieste.
In quest’opera gli autori evidenziano il ruolo centrale della famiglia che non può sempre delegare ad altri il benessere dei propri figli: la disponibilità dei genitori ad ascoltare, il loro sostegno, e il loro incoraggiamento quando è il caso, sono fondamentali per gli adolescenti. Gli autori sottolineano, inoltre, il ruolo insostituibile della ricerca scientifica nella comprensione dei meccanismi cerebrali che sono alla base della nostra salute mentale e quindi del benessere.