Adolescenza e giovani haters
Uno dei problemi più dilaganti in rete è l’HATE SPEECH, ossia tutti quei discorsi, commenti, messaggi e parole cariche di odio che vengono indirizzate gratuitamente verso altre persone, nascosti dietro uno schermo e a volte anche dall’anonimato. Gli haters sono in forte crescita anche tra gli adolescenti, parliamo di un 22% di ragazzi tra i 14 e i 19 anni, di cui il 53% è maschio, che intenzionalmente commenta in maniera negativa e aggressiva foto, video, immagini, con lo scopo di offendere l’altro. Il 64% degli “odiatori” mette anche in atto comportamenti di cyberbullismo, creando un problema nel problema. Il 90% degli haters dichiara che i genitori non gli controllano mai il telefono e che quindi sono allo sbaraglio in rete.
“Questo fenomeno è molto grave perché va ad intaccare l’autostima dei ragazzi vittime di questa violenza gratuita, si è bersaglio delle peggiori cattiverie pubbliche, attacchi, minacce, prese in giro, denigrazioni e umiliazioni. Un odio immotivato che non si riesce a comprendere, commenti taglienti come lame che creano ansia, stress, tensione e vanno ad incidere anche sull’umore. Non ci si sente compresi, non si capisce in che modo si possa mettere un punto a questo odio pubblico perché, se anche blocchi l’utente, riappare sotto un altro nome. La relazione tra vissuti depressivi e uso dei social, infatti, è molto forte, in quanto è piuttosto difficile riuscire a reggere il confronto costante e continuativo con gli altri e non ci si capacita della motivazione che spinge un coetaneo ad essere così cattivo e privo di sensibilità”, aggiunge la Manca.